La Provincia di Catania
L’Etna è il vulcano con il quale Catania e l’hinterland vivono in simbiosi.
L’Etna caratterizza l’aspetto cromatico di ogni luogo nell’intorno catanese con le sue scale di neri e di grigi della pietra lavica. Si potrebbe perfino affermare che l’Etna condizioni il carattere dei catanesi, vulcanici come la montagna che li domina, capaci di eccessi caratteriali, di improvvise accensioni di ingegno, sempre pronti a erompere in battute dalla sagacia bruciante. Anche nelle architetture l’esplosione di forme, di vuoti e di pieni, ha segnato l’abitare di questi paesi e del capoluogo.
Il barocco di Catania, di Caltagirone e di Militello è Patrimonio dell'umanità.
Militello è anche nota per le floride coltivazioni di arance e per i tradizionali dolci di mosto d'uva e fichi d'india.
Caltagirone è sinonimo di ceramica, un’arte dalla tradizione millenaria. Imperdibili le visite ai diversi laboratori ceramici e al meraviglioso museo delle ceramiche, summa dell’arte ceramica siciliana. I colori, le decorazioni e i motivi della ceramica di Caltagirone hanno peculiarità che rendono i manufatti immediatamente riconoscibili anche ai non esperti. La Scalinata di Santa Maria del Monte (A Scala dda Matrìci) datata 1606 collega le due parti antiche del centro storico, quella in basso, più vecchia e quella “moderna” seicentesca nella parte alta. È lunga oltre 130 metri su cui si sviluppano 142 gradini, ognuno riccamente decorato da maioliche. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio, per San Giacomo, patrono della città, viene illuminata da migliaia di lumini.
Tra le tradizioni popolari più sentite c’è la festa di Sant’Agata, patrona della città di Catania, a santuzza per i catanesi. Una festa barocca, come la vara riccamente decorata (il fercolo su cui poggia il simulacro). La festa dura tre giorni dal 3 al 5 febbraio e coinvolge l’intera città. Replica il 17 agosto, giorno in cui si celebra il ritorno delle spoglie della santuzza.
Imperdibile un tour tra i palazzi del barocco catanese e la visita al Castello Ursino, fatto edificare da Federico II, oggi sede del museo civico.
Particolarissimo il borgo marinaro di San Giovanni Li Cuti, che resistendo all’assalto della moderna edilizia è divenuto uno degli snodi della movida catanese.
Da visitare i mercati di “Fera ‘o Luni” e la “Piscaria”.
Cibo di strada: polpette e salsicce di carne equina al motto di “arrusti e mangia”. La Plaia, 18 chilometri di litorale a sud della città, è la spiaggia dei catanesi.
Ricco il patrimonio naturalistico con la Riserva Naturale Ingrottato Lavico del Simeto e più a valle la Riserva Naturale Oasi del Simeto.
Il territorio provinciale soprattutto nel calatino, a Militello, a Vizzini, a Grammichele e Caltagirone è ricco di aziende agrituristiche e zone paesaggistiche di grande bellezza. Vestigia, dalla preistoria al periodo greco e romano, vi sono a Paternò, Acireale, Adrano, Grammichele. Acireale è nota per il carnevale, festeggiato con carri allegorici e sfilate, uno dei più antichi d’Italia dopo quello di Viareggio.
Bellissima la barocca Piazza del Duomo, la cui nuova pavimentazione reca la firma dell’architetto Paolo Portoghesi.
Paternò vanta la Rocca normanna, un unicum dell'architettura normanna in Sicilia, posta a difesa della valle del Simeto dalle incursioni arabe. È un edificio a pianta rettangolare su quattro livelli per un'altezza di 34 m. I muri hanno uno spessore di 2,60 metri, lo stesso che si riscontra in molte altre costruzioni dell'epoca e al Castello Ursino.
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