Gibellina
Dormono sul pendio della collina i resti dell’antica Gibellina, coperti da una coltre di cemento, armonicamente raggruppati in malinconiche geometrie che fanno da eco al passato.
Il “Grande Cretto”, da un lato, porta i segni del “terremoto del 1968”, la “Grandiosa e moderna città” di Gibellina dall’altro, volge lo sguardo alla vita, all’innovazione, al futuro.
Per scorgere l’anima di Gibellina, bisogna dilatare il cuore, ampliare la visuale da un lato e dall’altro della città, immaginare ciò che era e contemplare ciò che è.
Storia di Gibellina
Il nome Gibellina, deriva dall’arabo “gabal” che significa monte a cui è aggiunto il suffisso “ina”. Pare che proprio gli arabi avessero fondato il territorio. Un’altra ipotesi, altrettanto accreditata, fa risalire le sue origini a delle popolazioni antecedenti alla colonizzazione greca, intorno al 759 a.C.
Originariamente il borgo si sviluppò intorno all’antico castello che fece costruire il nobile Manfredi Chiaromonte nel XIV secolo.
Gibellina fu per lungo tempo sotto il dominio di potenti feudatari della città di Alcamo; solo nel 1619 divenne marchesato.
La città fu rasa al suolo dal terribile terremoto del gennaio 1968.
A partire dal 1970 fu ricostruita a 18 chilometri di distanza dal precedente insediamento.
La città di Gibellina Nuova, in provincia di Trapani, è stata costruita in seguito al terremoto che nel 1968 distrusse la maggior parte dei comuni della Valle del Belice. Il centro abitato dista undici chilometri dal vecchio paese.
A partire dal 1970, al progetto della nuova Gibellina, hanno lavorato artisti e architetti di fama internazionale che hanno contribuito a rendere la città una sorta di spazio espositivo a cielo aperto.
Gibellina si presenta con un impianto urbanistico all’avanguardia, costellata da oltre cinquanta opere d’arte e installazioni di stile futuristico.
Alle porte della città è collocata la maestosa Stella d'ingresso al Belice realizzata in acciaio inox dallo scultore Pietro Consagra, considerata il simbolo del territorio.
La Piazza del Comune di Gibellina, fulcro della città, è un edificio progettato da Alberto e Giuseppe Samonà e Vittorio Gregotti decorato con le ceramiche di Carla Accardo e contornato dalle sculture in metallo bianco di Pietro Consagra, intitolate allusivamente “La città di Tebe”.
Al bordo della piazza sono collocate altre due installazioni di grande interesse artistico “Città del sole” di Mimmo Rotella e “La Torre” di Alessandro Mendini che per 4 volte al giorno, rievoca sonoramente le “origini popolari” della vecchia Gibellina.
Se siete degli estimatori dell’arte, varrà la pena visitare il museo contemporaneo Ludovico Corrao, con una collezione di circa 2.000 opere.
Nel punto più alto di Gibellina si colloca la Chiesa Madre, ancora una volta a stupire sono le architetture della struttura. Caratterizzata da una cupola bianca di forma sferica e da una pianta quadrata, il progetto rappresenta un unicum nel suo genere, un elogio alla sintesi delle forme che rievoca la dominazione araba in Sicilia.
Il cretto di Burri
Una crepa, una fenditura, una spaccatura, il suolo che trema, la terra che si rompe, una ferita, la distruzione e il risanamento… Tutto questo è il Grande Cretto, conosciuto come Cretto di Burri, dal nome dell’artista e pittore di fama internazionale Alberto Burri.
Lì dove un tempo sorgeva la vecchia città di Gibellina, adesso si distende immobile e severa una colata di 80 mila metri quadri di cemento bianco; le macerie compattate sopravvive in suggestivi e geometrici blocchi dando vita ad una delle più straordinarie opere di land art in Europa. Il monumento di Burri ripercorre le vie della vecchia città rispecchiandone l’assetto urbanistico.
Cucina e traduzioni a Gibellina
A Gibellina le tradizioni culinarie e folcloristiche sono intessute nel patrimonio tramandato dai suoi abitanti. La produzione agricola è rigogliosa e diversificata, si coltivano perlopiù meloni gialli, cereali, viti, ulivi ad alberi da frutto.
Le tradizioni paesane sono onorate con sagre, meritano menzione: la “Sagra del melone giallo di Gibellina” e la “Sagra della ‘Nfigghiulata’”
Il melone giallo
Avete mai assaporato la freschezza del gelato al melone prodotto a Gibellina? Questo frutto assai gustoso dà vita a piatti delicatissimi e prelibati.
La pignolata
Un’altra deliziosa specialità di Gibellina è la Pignolata, un dolce realizzato soprattutto nella festa di S. Giuseppe. I cerchietti di pasta frolla, fritti nell’olio, sono ricoperti di miele e mandorle.
La ‘nfigghiulata
La ‘nfigghiulata è una pasta di pane ripiena di salsiccia, patate e cipolle. La ricetta della perfetta ‘nfigghiulata”, essendo molto antica, è preservata e tramandata dalle donne di Gibellina.
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