Il capone. Il pesce per eccelenza di San Vito Lo Capo… e di Hemingway
- Antonella Poma
- 18 maggio 2021
A San Vito Lo Capo il capone è il pesce per eccellenza. Meglio conosciuto come lampuga, è un pesce azzurro, ritenuto poco raffinato e per questo bistrattato. Oggi, rivalutato per le sue proprietà nutrizionali, tutto il pesce azzurro è stato riscoperto dai grandi chef.
La lampuga, in particolare è ricca di Omega3, grassi che limitano il rischio di malattie cardiache riducendo infiammazioni, trigliceridi, migliorando i livelli di colesterolo buono (HDL), proteggono inoltre le membrane cellulari, hanno un effetto antiossidante e sono ricchi di vitamine e sali minerali.
Il “Dolphinfish” del famoso romanzo di Hemingway “Il vecchio e il mare”, non sarebbe il delfino, come molti ritengono, ma proprio la lampuga, e oltre ad essere sano è anche economico, saporito e soprattutto a km zero perché tra agosto e dicembre compie la sua migrazione passando al largo delle coste siciliane, proprio davanti Capo San Vito.
Come si pesca?
La pesca del capone si pratica con i cosiddetti cannizzi, trappole costruite con rami di palma legati insieme, ancorate al fondale da massi (mazzare) e fissate con cime ai galleggianti. I cannizzi creano zone d’ombra sotto le quali le lampughe sostano.
Per catturare i “capuna”, predatori particolarmente voraci, le barche navigano attorno ai cannizzi trainando lenze con esche vive (sarde, acciughe, aguglie o calamari) a una velocità che non supera i tre nodi, attirandoli. Le lampughe, radunate attorno alle esche, poco lontano dai cannizzi, sono poi catturate con una rete (a circuizione) disposta in modo da circondare il banco di pesci. Quando questi sono chiusi su tutti i lati, viene tirata una cima posta sul fondo della rete, che creando una sorta di sacco li rinchiude all’interno di esso.
Come si cuoce?
La carne di Capone è soda e molto saporita, ma leggermente stopposa per cui, per gustarla al meglio, si prediligono quelle cotture che non secchino troppo le sue carni o che prevedano delle salse per l’accompagnamento.
È ottimo fritto “a cotoletta”, alla brace con salmoriglio, agghiotta (in zuppa), in agrodolce, al forno, al cartoccio.
Il condimento trapanese per eccellenza, e in cui di conseguenza finisce anche il capone a tocchetti, è lo stufato (i trapanesi affonderebbero nello stufato qualsiasi cosa sia fatta a pezzi: carne di maiale, di vitello, salsicce, cavolfiori, tonno rosso). Lo stufato è un sugo ottenuto soffriggendo cipolla aglio e aggiungendo lo strattu (pomodoro estratto, cioè il concentrato) e la salsa di pomodoro.
Altra ricetta antica siciliana è la matalotta, dal francese a la matelote, cioè alla marinara, piatto di derivazione borbonica, utilizzato per numerosi pesci, prevede che i tocchetti di lampuga vengano cotti in un guazzetto a base di cipolla soffritta, pomodori pelati, abbondante prezzemolo e pepe.
Tempu ri capuna
Da non mancare l’appuntamento con «Tempu ri capuna» rassegna gastronomica (e culturale) che si svolge a San Vito Lo Capo i primi di ottobre. Nel linguaggio colloquiale di San Vito, paese di pescatori, «Tempu ri capuna» è il tempo dell’abbondanza, la stagione propizia, il momento giusto.
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