L'opera dei Pupi
Una tradizione che vive ancora oggi- Paola Corso
- 8 marzo 2023
L’opera dei Pupi o teatro di marionette è nata in Sicilia all’inizio del XIX sec. e sin da subito ebbe un grande successo tra le classi lavoratrici che si divertivano ad assistere agli spettacoli in strada, come se fossero a teatro.
Le storie raccontate dai pupari, ancora oggi, evocano mondi lontani traendo ispirazione dalla letteratura cavalleresca medievale, dai poemi del rinascimento, dalla vita dei santi o dai racconti dei banditi.
In passato i personaggi interpretati erano piccole star per il pubblico affezionato, ma anche occasione di riflessione e rivendicazione dei propri diritti.
I pupi, ancor oggi, sono mossi mediante sottili aste di ferro e mettono in scena duelli e combattimenti, tentativi di raggiungere le amate damigelle e uccisioni di draghi improbabili, alternando movimenti frenetici ad altri inaspettati mentre le imponenti armature di ferro, emettono un rumore metallico che scandisce il passo e il valore del cavaliere.
I pupi prendono vita con diversi timbri di voce che ne enfatizzano i gesti ed è il puparo a dirigere movimenti e tonalità, grazie alla sua capacità di improvvisare.
Nonostante in passato la maggior parte dei pupari fossero analfabeti, questi, oltre ad improvvisare, recitavano centinaia di versi a memoria. Un artista poliedrico che appare ancor più affascinante se pensiamo che una volta era lui stesso a realizzare il proprio pupo e lo conosceva così bene, da considerarlo una sua creatura e mai un giocattolo per bambini.
Mosso da una passione che si tramandava da generazione in generazione, il puparo univa l’inventiva teatrale alla sua maestria di artigiano, divenendo di volta in volta falegname, pittore, sarto e fabbro. Dopo il boom economico degli anni 50, con la maggiore opportunità di lavoro, il mestiere del puparo declinò divenendo un’arte rara e quasi in estinzione; ma nell’ultimo decennio l’opera dei pupi ha ripreso slancio e a sua tutela l’Unesco nel 2008 l’ha iscritta tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità.
In Sicilia esistono diverse scuole di appartenenza ma le più conosciute sono quelle palermitane e catanesi.
A Catania la compagnia di pupari fondata nel 1921 da Gaetano Napoli, mantiene viva la tradizione da cinque generazioni.
A Palermo il figlio d’arte Mimmo Cuticchio, nel 1977 fondò l’associazione “Figli d’Arte Cuticchio” e Antonio Pasqualino, nel 1975 restituì alla cittadinanza il patrimonio della sua collezione di Pupi, creando il Museo internazionale delle marionette.
Sempre a Palermo, con l’intento di salvaguardare e mantenere viva questa tradizione, a novembre si assiste al Festival di Morgana che riunisce compagnie italiane e straniere, tradizionali e innovative.
Un appuntamento ormai giunto alla 45° edizione che, oltre a vari spettacoli con i pupi, anima la città con un palcoscenico diffuso, realizzando incontri, mostre e presentazioni di libri.
Per meglio conoscere questo mondo fantastico, non dimenticate di recarvi nelle ormai rare botteghe degli artigiani di pupi, che vi stupiranno con la loro maestria.
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