La chiesa di San Domenico. La “sistina di Sicilia”.
- Stefania Martinez
- 4 agosto 2021
Castelvetrano, nasce come piccolo borgo in epoca medievale. Da prima baronia, affidata alla famiglia Tagliavia nel 1299, poi contea e infine principato; figlia di una nobiltà che la resero una delle città più ricche della Sicilia. Ed è qui che sorge la meravigliosa e monumentale Chiesa di San Domenico. Un orgoglio per la nostra terra che può vantare una chiesa di così rara bellezza, anteprima di quello che poi sarebbe stato il barocco siciliano.
Fu costruita su un preesistente tempio tardo gotico, così come oggi la conosciamo, nel 1487 per volere di Giovan Vincenzo Tagliavia, signore di Castelvetrano. La chiesa si sviluppa su tre navate. Fu inizialmente affidata ai frati francescani e dedicata a Santa Maria di Gesù, successivamente venne costruito un grande convento per i frati domenicani. Nella seconda metà del XVI secolo il principe Carlo Aragona Tagliavia ne fece il suo mausoleo personale e chiamò uno degli stuccatori più famosi della Sicilia, Antonino Ferraro da Giuliana che tra il 1577 e il 1580 realizzò un’opera sorprendente, tanto che oggi la chiesa di San Domenico viene definita la “Cappella Sistina di Sicilia”, che apre le porte all’arte barocca.
Non è la raffigurazione pittorica, quella che predomina e caratterizza la chiesa ma quella “scultorea”. Il tripudio di stucchi dà pieno corpo ad una simbologia complessa, ricca di richiami religiosi, storici, araldici. Sovrapposizioni articolate, intrecci imprevedibili, raffigurazioni ardite nel rispetto di prospettive e dimensioni che lasciano lo spettatore a bocca aperta.
Impressionante per la ricchezza di elementi la decorazione che sovrasta l’arco attraverso il quale si accede alla cappella del coro ed il cappellone dell’altare maggiore. Un grandioso manufatto in stucco raffigura l’Albero di Jesse, cioè l’albero genealogico che partendo da Jesse, padre di re Davide, rappresenta, a beneficio dei fedeli, la discendenza che porta alla Beata Vergine Maria, rappresentata al sommo dell’albero, coronata da angeli, con il bambino sul ginocchio sinistro.
All’interno della Chiesa si trovano decine di opere d’arte di grande pregio, pitture e sculture, tra le quali spicca un sarcofago in marmo bianco su cui è posto un cavaliere disteso con la testa in riposo sul braccio destro che raffigura Fernando Aragona Tagliavia figlio del committente della Chiesa.
Il terremoto della Valle del Belìce del 1968, purtroppo, danneggiò pesantemente la chiesa che rimase chiusa per 46 lunghissimi anni, fino al 2014 quando vennero completati i lunghi e difficoltosi lavori di restauro ad opera dei tecnici e dei restauratori dell’Opificio delle pietre dure di Firenze.
Oggi è possibile visitare questo splendido esempio di Manierismo siciliano che sorge in Piazza Regina Margherita a Castelvetrano tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00. Un gioiello nascosto che non ha eguali.
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