La Madonna di Custonaci. Tra fede e tradizione
- Fabio Pace
- 10 agosto 2021
Nel territorio della provincia di Trapani la devozione verso Maria Vergine è radicata nei secoli e nella storia. A Erice, Valderice, Custonaci, la santa patrona e protettrice è la Madonna di Custonaci, immortalata in un quadro giunto dal mare e scampato a una tempesta.
Dal mare è giunta la statua della Madonna di Trapani, anche in questo caso dopo un fortunale. Entrambi i simulacri, il quadro e la statua, sono conservati nei rispettivi santuari nel luogo ove si fermarono, forse per volontà divina e per miracolo, i carri trainati dai buoi (a Custonaci il luogo esatto è indicato da un pozzo detto, infatti, “pozzo Madonna”). Al mare e all’intervento in soccorso della popolazione minacciata da un vascello militare inglese è legata la Madonna di Castellammare. La Madonna della Cava di Marsala è stata ritrovata casualmente e miracolosamente in una grotta.
Leggende alimentate dalla mistica mariana medievale e poi rinvigorite tra il ‘400 e il ‘700 con l’ufficializzazione dei culti che, però, hanno anche fondamenti quasi antropologici. Molto fervore devozionale ha radicamento nei riti e negli dei pagani che la Cristianità ha sostituito con i suoi culti e le sue immagini.
Nel caso della Madonna di Custonaci è uno scritto del 1861 di un sacerdote cattolico, Giuseppe Castronovo, che accredita l’ipotesi secondo la quale nei secoli precedenti la venerazione del simulacro, una tavola di legno di pioppo in cui è raffigurata Maria che allatta, fu sostenuta e incoraggiata dal clero in sostituzione del consolidato culto pre-romano della venere ericina.
Addirittura, i festeggiamenti della Madonna di Custonaci e i pellegrinaggi, quasi si sovrappongono, dal punto di vista delle date (ultimo mercoledì di agosto di ogni anno), agli antichi riti sacrificali celebrati e gestiti dalle sacerdotesse (jerodulai) nel santuario del tempio attraverso la prostituzione sacra.
Custonaci, in virtù di questa consolidata tradizione religiosa, nell’agosto 2009 fu insignita del titolo di «Civitas Mariae», unica città siciliana tra le cinque italiane, e fa stabilmente parte di un circuito “mariano” che confraternite e associazioni religiose hanno ulteriormente alimentato.
Nel parco sub-urbano del Cerriolo, a poche centinaia di metri dal centro abitato, è stata collocata una moderna statua di marmo della Madonna, in un punto dal quale si gode un panorama senza pari sul Golfo di Bonagia, delimitato ad Ovest dal Monte Erice e a Nord dall’imponente Monte Cofano.
Vi si giunge per un cammino, immerso nel verde e nella quiete, attraverso le “stazioni” marmoree della via crucis (al momento solo sei quelle collocate sulle quattordici previste dalla tradizione).
Per gli appassionati d’immersione v’è poi la Stella Maris, una Madonna sommersa a 13 metri di profondità nelle acque di Cala Buguto, le stesse dalle quali giunse il quadro di Maria di Custonaci.
La statua di marmo è alta 5 metri e pesa circa 11 tonnellate. Il punto esatto è indicato da una boa rossa. Con una semplice mascherina è possibile ammirare la bellezza e la maestosità della Statua.
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