Le grotte trapanesi. Discesa in paradiso
Ci sono più cose in cielo e in terra ...- Francesca Adragna
- 18 maggio 2021
"Le grotte sono generate dall’azione della natura e tuttavia sembrano sussurrare in silenzio, sono fredde ma ci fanno sudare, sono inospitali ma irresistibili. In verità l’uomo ha appena iniziato a esplorare ciò che sta sotto la terra e ha scoperto solo una minima parte del mondo sotterraneo". (Bear Grylls)
Tra Cielo e Terra
Quanto mare di ogni gradazione di blu e turchesi, quanta sabbia rosa, oro e color schiuma di mare, quante rocce e quanta macchia mediterranea, sotto il cielo di San Vito Lo Capo!
Gli amanti della natura possono apprezzarne le sfumature di colori in ogni stagione, percorrendone la costa e le campagne. Passeggiare lungo la Riserva dello Zingaro, tuffarsi tra scogli e calette sabbiose, arrampicarsi su Monte Monaco o su Cofano, veleggiare ed immergersi tra onde e correnti; oltre sessanta km quadri di escursioni tra mare e terra! Quello che non tutti sanno è che ci si può tuffare anche sotto terra! Anche noi, perlustrando i sentieri più o meno battuti e scortati dal Gruppo Ambientale Speleologico Trapanese, ci siamo imbattuti in crepacci e fessure sulle pareti delle montagne, in improbabili buchi tra le pietre quasi scientemente sagomate e che invece la natura ha posto, in quei punti precisi, seguendo il proprio libero arbitrio.
Le Grotte
Al di sotto delle pareti squadrate dagli scavi delle cave, molto più in giù delle umide zolle in cui mirti e palmizi affondano le loro radici, ci si può ritrovare nei saloni madidi di un gran numero di grotte come quella dell’Impiccato, la Grotta del Trapanese sulle pendici del Monte Inici, la Grotta della Clava e quella di Maria Santissima a Custonaci. Queste sono solo quelle che noi abbiamo visitato, ma ce ne sono più di un centinaio accessibili ai più esperti e temerari.
Convinti, come eravamo, di andare a fare una gitarella percorrendo umidi corridoi tra stalattiti e stalagmiti, alla vista del primo pirtuso (buco, ndt) che rappresentava l’accesso alla grotta, siamo stati colti da una divertita incredulità. Un fosso a metà coperto da un balatone (grande lastra di pietra, ndt) di marmo “perlato siciliano”, un buco su di una parete di pietra, una fessura sulla parete della montagna, questi gli accessi agli antri più reconditi.
A seconda delle pendenze occorre avvalersi di grosse corde ben fissate con ganci e moschettoni, per calarsi in insolite avventure sotterranee.
Carponi, strisciando e badando bene a non toccare le colonne umide che crescono dal basso e dall’alto delle rocce: lo stillicidio, cioè il gocciolamento che comporta gli accumuli calcarei che, a loro volta, danno origine a stalattiti e stalagmiti, ha come suo peggior nemico il grasso della nostra pelle, che posandosi su di esse provocherebbe lo scivolamento del calcare contenuto nell’acqua, arrestando cosi lo sviluppo in lunghezza di questi incantevoli cunei traslucidi.
Corallo Bianco, Stalattiti e Stalagmiti
Le grotte disseminate sul nostro territorio si sono originate principalmente grazie a fenomeni carsici; il flusso delle falde d’acqua e la pressione da questo esercitata, ha costruito nei millenni labirinti di cunicoli le cui pareti, in relazione agli effetti del gocciolamento si sono impreziosite di concrezioni simili a banchi di corallo bianco;
mentre soffitti e pavimenti sono decorati da colonne stalattiti e stalagmiti. I movimenti tettonici, poi, hanno svolto la funzione di architetti creando le dinamiche dei percorsi sotterranei.
Nel buio di questi salotti, alla sola luce della piccola lampadina sul casco di protezione, ci siamo fermati in silenzio per cogliere il respiro delle grotte, il suo lento pianto generatore di teorie di piccoli laghi d’acqua purissima, per scoprire che a volte bisogna discendere agli inferi e trovare inaspettati paradisi!
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