Le serate a San Vito Lo Capo, iI rito del Passìo  

Lagnùsia a misura d’uomo

Le serate di San Vito Lo Capo, dopo giornate di sole cocente, luce abbacinante e mare sfiancante, vi abbracciano in un andamento lento. Uno stile da villeggiatura, come usava dire negli anni ’60 e ’70, contrapposta alla vacanza iper dinamica che invece appartiene ai più giovani ed al mondo delle discoteche degli anni ’90 e 2000.
Pur animate da decine e interessanti iniziative del Comune e di tanti locali, le serate sanvitesi propongono una dimensione che richiama molto il languido abbandono alla “lagnusia”, termine dialettale spesso tradotto con pigrizia ma che, in questo contesto, deve intendersi come indolenza.
Tavoli di bar e gelaterie, insieme alle animate strade dell’antico borgo marinaro sono il palcoscenico deputato al rito dell’aperitivo, prima di cena, alla luce del tramonto ed alla prima brezza della sera, ed a quello del gelato e del caffè dopo cena.

Le serate a San Vito Lo Capo, iI rito del Passìo   - 1

Vi invitiamo a porvi come l’osservatore esterno di un acquario. Inizia, dopo una certa ora, un gioco di ruoli, tra spettatori, ai tavoli dei locali, e quanti invece scelgono il “passio” (termine di chiara origine spagnola), le lunghe passeggiate da un capo all’altro del corso principale.
È un incrocio di commenti, di battute, di apprezzamenti: “No, non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo”.
A San Vito Lo Capo, come di ogni località turistica, si risolve spesso in questo eterno dilemma, magistralmente canzonato da Nanni Moretti, il gioco della presenza e dell’assenza.
Pur essendo divenuta una importantissima località turistica internazionale, San Vito lo Capo conserva ancora una dimensione che è un valore aggiunto insostituibile per una vacanza a misura d’uomo.

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