MARETTIMO, l’isola che c’è…
- Laura Di Trapani
- 3 agosto 2012
Esiste un’isola, quasi nascosta, dove il mare versa i propri frutti almeno quanto la terra. Il turismo la sfiora senza rovinarla. Il giorno e la notte sono scanditi dal brusìo delle onde.
Bastano una quarantina di minuti di aliscafo da Trapani per raggiungere Marettimo, Hiera per chi volesse chiamarla così come è stata battezzata, Marìtima invece è il nome latino, probabilmente legato all’abbondanza di timo selvatico che cresce sul suo mistico suolo.
È proprio abbondanza la parola che lega il suolo al mare, i pesci alla fauna. Abbondanza che deriva dal distacco precoce di Marettimo dalla terraferma diversi millenni prima delle altre sorelle Egadi, e che ne ha determinato varietà nelle piante endemiche in montagna, pescosità e ricchezza gastronomica.
Chi si trova a Marettimo sa perché è lì. Non ci si reca per caso. L’enorme fascino è rispettato da un turismo non violento e dal tempo che scorre lento scandito dal ritmo dello strascico delle reti da pesca issate tutte le mattine al porto vecchio; dai passi che riecheggiano nelle sue antiche e strette vie; dal cicaleccio della vita domestica ancora svolta in gran parte fuori dall’uscio di casa; dal pigro aperitivo nei bar del porto, rito non mondano, celebrazione quasi pagana del sole che tramonta sulla vita semplice di isolani e turisti, resi tutt’uno, popolazione indistinta e compenetrata nella magia che regna sovrana nell’isola. Uno spettacolo vivace che merita di essere goduto. Inutile dire che qui è molto facile trovare dell’ottimo pescato del giorno.
Marettimo conserva tra i suoi fondali banchi di cernie, dentici, orate.
Oltre che per la pesca e l’allevamento, Marettimo s’è distinta nei secoli per la produzione di miele da Ape Mellifica Sicula, una varietà rara che è sopravvissuta solo in questo piccolo paradiso di mondo.
Numerosi naturalisti ogni anno visitano l’isola per studiarla. Le antiche arnie venivano prodotte con una pianta ombrellifera presente sul territorio, la ferula detta “Fella” in dialetto. Chi ama camminare sarà felice di sapere che a Marettimo non si può circolare in moto o in macchina, la passeggiata è d’obbligo.
Oltre allo splendido paesaggio, potrà trovare le Case romane e la Chiesa bizantina a quota 248 m s.l.m., e quindi il rudere chiamato “semaforo”, a 500 m s.l.m.. Il secondo percorso dalle Case romane porta al Monte Falcone, a 686 m s.l.m., il terzo porta verso Sud, dopo aver lasciato punta Bassana, piega verso Nord-Ovest e raggiunge il faro. Un’altra delle passeggiate più suggestive è certamente quella verso il Castello di Punta Troia, oggi sede di un museo e di un osservatorio dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi.
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