Petrosino
Petrosino è un comune giovane. Nasce nel 1981, in seguito ad un referendum popolare, per scissione territoriale dal comune di Marsala di cui i diversi “chiani” (aggregati di abitazioni rurali) erano frazione. La contrada Triglia-Scaletta, gran parte del territorio comunale, più della metà della superficie, arriva dal vicino comune di Mazara del vallo. L’economia è prevalentemente agricola, ma con una forte vocazione al turismo balneare e all’agriturismo. La storia di questo piccolo comune di poco più di 8mila abitanti si confonde però con la leggenda: a partire dal nome.
Un nome, due versioni
L’Apostolo Pietro, durante il suo viaggio in nave da Gerusalemme a Roma, avrebbe trovato riparo da una tempesta nella baia detta del Biscione. Secondo questa versione leggendaria, che non trova riscontro storico documentale, il nome deriverebbe quindi dalle parole latine Sinus (golfo) e Petri (Pietro), cioè Golfo di Pietro. L’altra versione è invece legata alla caratteristica vegetativa del luogo e quindi alla presenza endemica della pianta del prezzemolo, “piddusino” in siciliano, petrosilion in greco. L’areale petrosileno per secoli ha avuto funzione produttiva per la vicina Marsala. Le terre dell’introno furono certamente coltivate dagli arabi e fu sede di una importante tonnara come attestano documenti risalenti al XII secolo.
Le torri e le origini dei "chiani"
Nel territorio di Petrosino poco prima del 1600 fu eretta una torre di guardia, Torre Sibiliana, in contrada Gazzarella, per l’avvistamento delle navi dei corsari saraceni.
Altre ne furono realizzata in contrada Triglia-Scaletta, “Torre Triglia”, e in contrada Ramisella, “Torre Galvaga”. Oltre che funzione di avvistamento le torri avevano anche una funzione di ricovero, con pozzo e abbeveratoio, per contadini e pastori che venivano presi alla sprovvista dagli sbarchi dei corsari. Queste torri sono ancora visibili sulla costa. Si trovavano invece più all’interno le Case-Torri, che avevano funzione difensiva e insieme abitativa. Venivano realizzate nei pressi del terreno da coltivare e venivano ampliate con magazzini e stalle. Esempi di queste Case-Torri a Petrosino si trovano nel “Chiano Torreggiano” e in “Contrada Fiocca”. Attorno a queste case-torri sono nati i primi bagli e attorno ad essi i chiani, nuclei abitati da più famiglie. Lo spazio comune del chiano di solito prevede una fonte d’acqua, un pozzo o una fontana, e un’edicola votiva (‘a fiureddra) con un santo dal quale prendeva nome l’agglomerato abitativo
I bagli ottocenteschi
L’agricoltura si sviluppa in maniera intensiva attraverso la coltivazione della vite. A Petrosino operò in particolare John Woodhouse cui si deve nel 1813 la costruzione del primo “Baglio”, lussuosa villa signorile in stile neoclassico, “u bagghiu gnisi” (il baglio dell’inglese). Di quell’edificio rimane oggi il portale, simbolo del comune. Nacquero in seguito “Baglio Spanò”
in contrada Triglia-Scaletta, “Baglio Basile” lungo la statale 115,
“Baglio Don Federico” in contrada Ramisella. Più antico del Baglio Woodhouse è Baglio Marchese del 1700, dimora estiva del nobile marsalese, Marchese D’Anna. Un’ala del baglio è riservata ad eventi culturali e artistici. Tutti i bagli si possono raggiungere e visitare.
Il comune più vitato d’Italia punta sul turismo
In proporzione alla sua estensione Petrosino è il comune più vitato d’Italia. Le uve petrosilene finiscono in massima parte nelle cantine che producono il marsala. Tra i prodotti d’elezione del territorio le angurie. Sono presenti anche allevamenti di ovini.
La costa è caratterizzata da spiagge di sabbia fine e scogliere di roccia calcarea. Famosa è la spiaggia di Torrazza, sul versante sud, spiaggia principale dei petrosileni e dei marsalesi.
Il comune di Petrosino negli ultimi anni ha posto grande attenzione all’abusivismo costiero, arginando il fenomeno e cominciando l’abbattimento delle abitazioni abusive.
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