Salaparuta
Nella Valle dell’alto Belice, alle pendici del Monte Porcello, risorge Salaparuta, distrutta dal sisma del 1968.
Del vecchio centro abitato di Salaparuta, Comune in Provincia di Trapani, resta un groviglio di rovine, scheletri di case abbandonate, le fondamenta della Torre del Castello dei Paruta e il “volto bonario” della Chiesa Madre, quella che al tempo fu uno dei meglio riusciti esempi di arte barocca siciliana. Le mura esterne di Casa Sancetta, rimaste intatte malgrado il terremoto, ricordano la miracolosa lacrimazione di un capezzale in gesso, raffigurante il Sacro Cuore di Gesù. Era il mese di gennaio del 1957, da quel momento Salaparuta divenne luogo di pellegrinaggio per fedeli e curiosi che attoniti giungevano per contemplare il luogo del miracolo.
Recenti restauri hanno rimesso in sesto il suggestivo Ex Convento dei Cappuccini, risalente al XVIII secolo.
La nuova Salaparuta sorge a pochi chilometri dal vecchio centro abitato, la giovane Chiesa Madre preserva la Statua in Marmo della Regina Bianca di Navarra, considerata uno dei capolavori statuari del tardo Rinascimento Siciliano, proveniente dalla vecchia Matrice di Santa Caterina distrutta dal terremoto.
Il nuovo centro della cittadina, con le sue ampie piazze e le sue marcate geometrie, risolve il problema architettonico della messa in sicurezza e conferisce al popolo ferito una città con un nuovo e moderno assetto urbano.
Storia di Salaparuta
Il toponimo Sala - Paruta è ricavato dall’unione di due elementi: il primo è forse di origine normanna e deriva da “sala” cioè “dimora”; il secondo, invece, viene dal nome del barone Paruta, che nel 1507 ottenne il titolo di signore.
Le gesta di Salaparuta si legano indissolubilmente a quella dei suoi dominatori: Sicani, Elimi, Greci, Romani…
Le tracce della dominazione araba sopravvivono nell’impianto di innovative colture agricole e nella toponomastica. I terreni di Salaparuta furono apprezzati per la loro produttività. Oltre a nuove colture e giardini, furono impiantati mulini ad acqua e casali, raggruppamenti di case detti rabateddi.
Rahal al Merath era il nome del casale attorno al quale si trasferirono gli abitanti di Salah. Da quel momento, in quello stesso luogo, cominciò a sorgere una nuova dimora detta Sala.
Nel 1436 Ruggero Paruta ottenne il titolo di barone, la dimore assunse allora il nome di “Sala dei Paruta”. Il successore Geronimo, nel 1503, ottenne dal Re la facoltà di espandere il nuovo abitato.
Nel 1968 la storia di Salaparuta si interruppe bruscamente a causa di un devastante terremoto che si abbattè su tutta l’aria del Belìce.
Lì dove cresceva il vecchio centro abitato adesso regna la natura che non si piega al cospetto delle tragedie, dei cambiamenti e perfino degli uomini.
Salaparuta è patria della musica Jazz, di questo luogo è originario Nick La Rocca (1889-1961), cornettista del jazz classico che incise il primo disco jazz della storia nel 1917.
Salaparuta ricorda Nick La Rocca con un busto presso il centro sociale e gli ha dedicato, in occasione del 75° anniversario dell’incisione, il Nick La Rocca Memorial Day.
Luoghi da visitare a Salaparuta
Le opere d’arte sottratte alle macerie del terremoto sono ora conservate nelle due nuove chiese, la Chiesa Madre e la Chiesa della Trinità.
La prima è stata edificata su progetto dall’architetto Gaetano Averna. All’interno della chiesa è affisso il Crocefisso di Fra’ Benedetto Valenza risalente al 1755.
La seconda, la Chiesa della Trinità è stata invece disegnata dall’architetto Vito Corte.
Un altro edificio che desta curiosità è l’Osservatorio Architettonico di Salaparuta, che contiene i progetti di ricostruzione delle opere pubbliche dei paesi della Valle del Belìce, e il Centro Sociale, dell’architetto Saverio Bono.
Tradizioni culinarie e prodotti locali a Salaparuta
Gli spazi vitali di Salaparuta ritrovano la loro identità nelle distese di verde coltivate a vigneto, nelle valli e nelle colline. Il paesaggio urbano stravolto dal sisma del 1968, preserva i suoi profumi in alcuni prodotti tipici della tradizione locale, in primis nell’eccellente produzione vinicola. Dal 2006 qui si produce il Salaparuta Doc, vino rosso e bianco di ottima qualità.
Un altro fiore all’occhiello di Salaparuta è l’olio extra vergine d’oliva, prodotto a Salaparuta, ricavato dalle olive Nocellara del Belice e Biancolilla.
Tra le pietanze più caratteristiche vi sono i “cannatuni” composizioni artistiche, in cui trionfa l'uovo sodo intero, addobbato con merletti fatti di farina e zucchero, preparato durante le festività pasquali.
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