Valderice, vocazione turismo
Il futuro possibile di una comunitàValderice, con la sua vocazione al turismo, si candida a divenire una meta, con uno sguardo alla cultura dell’accoglienza “europea”. Il territorio collinare porta dell’agroericino, che dal borgo contadino di San Marco, attraverso i comuni di Buseto, Custonaci e San Vito Lo Capo, arriva sin quasi alle porte di Castellammare del Golfo, da anni è meta della “villeggiatura” dei trapanesi. Molte seconde case, sia tra le campagne, sia sulla costa. “Tra cielo e mare"è il claim inventato alcuni anni fa per connotare il Comune di Valderice come località turistica e come baricentro dal quale muovere per escursioni nell’intorno. Il vicino ingresso alla autostrada A29 consente puntate rapide in tutta la provincia.
Le ville valdericine
In effetti, tra costa e collina, il territorio dalla fine dell’800 ha cominciato ad ospitare le abitazioni estive delle famiglie nobili e alto borghesi di Trapani ed Erice. Molte di queste ville sono ancora ben visibili, alcune trasformate in strutture ricettive e, attraverso la pro loco, è possibile essere guidati in una sorta di itinerario tra di esse: Villa Adragna, Villa Elena, Villa Pilati (adesso struttura ricettiva), Villa Adragna ora Betania (centro riabilitativo per minori), Villa Coppola Ragosia (quest’ultima ben nota agli studiosi di storia patria perché punto di riunione di cospiratori contro il regime borbonico), Villa Battiata, Villa Ancona, Villa Paparella, Villa Manzo, Villa Luppino a Ragosia.
I bagli
Valderice amministrativamente nasce dall’unione delle frazioni rurali che costituirono i primi nuclei abitativi di contadini dislocati nelle campagne dell'agro ericino: Paparella, San Marco, Ragosia, Misericordia, Sant'Andrea, Bonagia, Casalbianco, Crocci, Chiesanuova, Lenzi, Fico e Crocevie.
I bagli sono legati all’economia rurale: strutture nate con il duplice scopo “difensivo” e produttivo. Progressivamente le architetture produttive sono divenute prevalenti. Sono ancora visitabili: il Baglio Mafi; il Baglio Cuddìa (oggi Marini, inteso anche Baglio Sciare) situato in posizione elevata ed eretto con precipua funzione difensiva; il Baglio Fallucca (oggi Battiata) costruito nella metà del XVIII secolo dal barone Matteo Fallucca che conserva al suo interno una chiesetta dedicata alla Madonna di Custonaci (patrona di Valderice). Da una decina d’anni la vocazione turistica è divenuta una spinta culturale ed economica e sta producendo rilevanti cambiamenti al territorio di Valderice.
Il Molino Excelsior
Il Molino Excelsior, luogo assolutamente da visitare, è paradigmatico di questo cambiamento. Esempio di archeologia industriale, il molino era collegato alla industria della produzione di pasta e farine uno dei settori più intraprendenti che cavallo tra il 1890 e i primi anni del ‘900 rese solida la borghesia agraria del territorio valdericino, all’epoca ancora parte integrante dell’agro ericino e del comune di San Giuliano (così si chiamava Erice).
«Presto un altro molino storico, in località Crocci– anticipa il sindaco di Valderice, Francesco Stabile – entrerà a far parte del patrimonio etnoantropologico che viene proposto ai turisti. Tra i due molini sarà realizzato un itinerario etno gastronomico legato alla civiltà contadina».
A scuola di cucina siciliana
Il Molino Excelsior è oggi attivo come museo e come centro di diffusione della cultura gastronomica della Sicilia, gestito dalla associazione “Know”. All’interno vi sono ancora i macchinari originali, ma i lavori di ammodernamento hanno consentito di ricavarvi una sala conferenze, uffici a servizio del complesso e, nel magazzino annesso, una cucina con impianto di ripresa video dove si tengono corsi di cucina siciliana. Appassionati di enogastronomia, turisti e visitatori possono così apprendere i segreti dell’arte culinaria locale sotto la magistrale direzione del “mastro cuciniere” Peppe Giuffrè.
Verde, natura...
Valderice, anche se fortemente condizionata dalla presenza umana e dall’urbanistica, offre scorci naturalistici di grande interesse per il trekking leggero. Il paese, a connotazione economica prevalentemente agricola, ha diversi spazi verdi, tra cui la pineta della frazione di Ragosia e quella comunale, che si estende su una collina in cui si trovano diverse grotte e una chiesa rupestre abbandonata; e ancora il Parco Urbano di Misericordia in cui si può ammirare il panorama del Golfo di Bonagia.
«É in corso la riqualificazione della pineta di San Barnaba e dei suoi sentieri: interventi di rimboschimento e realizzazione di un percorso che la metterà in collegamento con il parco urbano di Misericordia» racconta ancora il sindaco Stabile.
Sentieri, teatro e zip-line
Un cammino si affaccia sul panorama della riserva del Monte Cofano. Lo stesso panorama si potrà ammirare anche dalla Zip-Line «in corso di progettazione che – spiega il sindaco – collega la vetta di Erice con Valderice: adrenalina e natura in sicurezza, lungo i pendii della montagna».
Sentieri non ancora segnati, ma già fruibili, conducono fino alla costa, in località Cortigliolo, e da qui si arriva fino a Cornino, in territorio di Custonaci e alle porte della Riserva di Monte Cofano.
In estate l’anfiteatro all’aperto “Nino Croce”, mille posti a sedere ricavati all’interno di una cava abbandonata nella pineta di San Barnaba, si anima con rappresentazioni, concerti e rassegne cinematografiche, attività culturali e di spettacolo.
Il mare di Valderice
Poi c’è la costa, sempre più attrezzata: dal borgo marinaro di Bonagia, al lido Valderice, fino alla foce del torrente Forgia. Una costa che già da quest’anno cambia volto, grazie ad un finanziamento europeo di riqualificazione ambientale del litorale che prevede: tre aree fitness all’aperto, spiagge arricchite di piante alofile e il recupero del Rio Forgia. Già una pista ciclabile e pedonale, a mobilità lenta, collega i sei chilometri di costa da Bonagia a Rio Forgia, e sono in allestimento stazioni di bike sharing. Presto anche la realizzazione e l’affidamento di otto chioschi di ristoro. «Il recente PUDM (Piano di Utilizzazione del Demanio Marittimo) approvato anche se non ancora esecutivo, consentirà l’impiego del litorale nel rispetto della direttiva Bolkestein» conclude il sindaco Francesco Stabile.
I tesori di Bonagia
Il piccolo borgo sul mare, grazie ad un finanziamento di 31 milioni di euro per il porticciolo turistico è destinato a divenire l’unico approdo strutturato fra Trapani e San Vito Lo Capo in un contesto particolarissimo, con l’antica Tonnara con la torre di avvistamento. La tonnara è stata trasformata in una struttura ricettiva, ma è sempre consentito l’ingresso ai turisti e ai visitatori nella coorte principale su cui si affaccia la cappella. Per anni alle spalle della tonnara, a pochi metri dal mare, sono rimaste in stato di semi abbandono le antiche “muciare” le barche che venivano utilizzate dai tonnaroti per allestire la tonnara in mare e per operare la mattanza. Recentemente un progetto redatto d’intesa tra soprintendenza ai beni culturali e comune, ne ha avviato il restauro e la custodia sotto una tensostruttura a ridosso della Tonnara.
«La piccola flotta - sottolinea Francesco Stabile - rappresenta un pezzo importante della storia della pesca del tonno». Ancora il mare e i suoi tesori: «lavoriamo anche al recupero del relitto Grillo (dal nome del sub che lo individuò, ndr), la nave oneraria romana che è adagiata sulle sabbie del golfo di Bonagia. Con la Soprintendenza del Mare e dei beni culturali contiamo di poter addivenire al suo recupero».
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