La Pila in pietra

Tipico lavabo che non mancava in nessuna casa siciliana

Prima dell’avvento della lavatrice la pila in pietra non mancava in nessuna casa siciliana.
Questo tipico lavabo, utilizzato per lavare i panni, era collocato fuori delle abitazioni e veniva ricavato da un unico elemento di pietra scavato.

Gli artigiani, scelto il blocco lapideo di dimensioni idonee, segnavano le linee principali dell’oggetto da realizzare e successivamente eseguivano una rimozione grossolana delle parti in esubero; colpi rapidi e anche poco precisi che permettevano di rimuovere le parti in eccesso. Successivamente eseguivano un lavoro di affinamento, con passaggi sempre più accurati e minuziosi.
Manualità antica, martello, scalpello e sistemi abrasivi: l’antico sapere che si tramandava da padre in figlio e che rendeva unico e irripetibile ogni pezzo prodotto.
Nel commissionarla si sapeva che la realizzazione finale avrebbe risposto alle forme e alle misure richieste, ma avrebbe comunque avuto un margine di variazione tipico del lavoro artigianale.

La Pila in pietra - 1

Le “pile” sono ampiamente diffuse, si trovano ancora nelle case del centro di Trapani, nelle abitazioni di campagna, nei bagli, nei cortili ericini. Proprio ad Erice, sbirciando all’interno dei cortili, troviamo la pila in pietra perfettamente integrata tra scale e pozzi, con il tipico pavimento acciottolato che fa da cornice; la si ammira come ornamento indissolubile e memore di una vita quotidiana che a fatica riusciamo ad immaginare, ma che affascina quando i nostri nonni la raccontano.

Tutto cominciava la mattina presto quando con il secchio in rame si prelevava l’acqua dal pozzo, per porla sui carboni ardenti a scaldare; nel frattempo le donne di casa o le lavandaie nelle famiglie più abbienti, insaponavano i panni per poi strofinarli sul “lavaturu” (o stricaturi): un asse di legno con la superficie a scalini. Posti i panni nella pila venivano bagnati con l’acqua calda e si ripeteva tutto questo più volte: sapone, acqua calda e “olio di gomito” per rendere gli indumenti lindi e pronti ad essere stesi al sole. In inverno e nelle giornate grigie nell’attesa di un raggio di sole si usava la “casa pila”: una stanza al chiuso che tutti avevano in cortile. Al primo barlume di luce, per garantire profumo e splendore ai panni, bisognava correre e stendere all’aria aperta e non importava se questo durava poco, perché con pazienza non appena il tempo si incupiva i panni tornavano al chiuso. Un’alternanza che veniva fatta tutte le volte che era necessario, anche quando d’inverno l’asciugatura delle lenzuola durava una settimana.

Il bucato era pratica quotidiana, ma senza mai sprecare l’acqua, perché questo era un peccato da non commettere! Un rito in cui il lavabo di pietra era un elemento importantissimo, necessario quanto l’acqua, importante quanto il bucato. Non più necessaria per l’impiego tradizionale, la pila è oggi un semplice elemento d’arredo, ma chi ne possiede una la custodisce gelosamente consapevole che il fascino del suo aspetto grezzo e della sua possanza, sono pronti a ricordare che nulla va perduto.

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